Le associazioni nazionali di carità - San Vincenzo Oleggio

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LE ASSOCIAZIONI NAZIONALI DI CARITA'

Dopo la morte di san Vincenzo, le Carità si sono diffuse in numerosi paesi, grazie ai Preti della Missione e alle Figlie della Carità. Sono nate così le associazioni nazionali, collegate tra di loro attraverso la collaborazione e coordinate dalla presidente dell’associazione francese.   L’associazione è parrocchiale e diocesana, ma giuridicamente dipende dal Superiore generale della Congregazione delle Missioni. L’attività delle associazioni nazionali in ogni Paese è diretta da un Consiglio Nazionale. Nel 1960, l’associazione ha cominciato a sentire il bisogno di aggiornarsi innanzitutto abbandonando il nome di “Dame della Carità”, legate nell’immaginario collettivo ad un tipo di assistenzialismo pietoso.

Nel 1971 le delegate di 22 associazioni, radunate in Assemblea Straordinaria, hanno votato il nuovo statuto e hanno adottato il nome di Associazione Internazionale della Carità (AIC). Nel decidere di mantenere nel nuovo nome il termine di “Carità”, i membri hanno voluto sottolineare la discendenza diretta dall’opera creata da San Vincenzo e la loro fedeltà all’insegnamento profetico del loro fondatore.

Le linee operative dell’associazione sono racchiuse nel cosiddetto “Documento di Base”, accettato a livello internazionale, ove ci si impegna ad essere presenti sui tre piani della carità, vale a dire: azione individuale, azione collettiva, azione sulle strutture.

Fondamentale e specifico dello stile vincenziano è l’incontro personale con i bisognosi a domicilio o nel loro ambiente di vita; incontro che esige una seria e continua formazione.
L’AIC è attualmente presente in numerosi paesi d’Europa, dell’America Latina e dell’America del Nord, dell’Asia e dell’Africa. Essa raggruppa 42 associazioni con più di 250.000 membri.

L’A.I.C. gioca un ruolo importante sul piano internazionale. E’ presente anche in organismi governativi e non governativi. Gode di uno statuto consultativo presso L’ UNESCO, l’ECOSOC (United Nations Economic and Social Council) e il Parlamento Europeo. Fa parte del CIAS (Comitato Internazionale d’Azione Sociale), della Conferenza dell’OIC (Organizzazioni Internazionali Cattoliche), dell’UMOFC (Unione Mondiale delle Organizzazioni Cattoliche Femminili).

Nel 1991 ad Assisi si è tenuta l’Assemblea dei Dialoghi che ha definito come proprie linee d’azione improntate a favorire la formazione, la comunicazione, la solidarietà e l’autopromozione riprese e consolidate poi nell’Assemblea di Antigua (Guatemala) del 1994. In quest’ultima occasione si è rafforzato lo spirito politico dell’associazione, in particolare per la denuncia delle ingiustizie subite dai poveri e facendo pressione sulle strutture pubbliche affinché difendano le famiglie e le comunità emarginate.

Nel tempo l’A.I.C. è giunta alla maturazione di una nuova comprensione dell’importanza della famiglia nella sua globalità, in quanto prima cellula della comunità umana e nocciolo elementare primordiale dell’ordine sociale. Sono state adottate delle motivazioni nuove e più profonde tra cui l’idea che bisogna far prendere coscienza alle famiglie più povere dei valori della famiglia stessa e dei loro diritti.

Da qui nasce la riflessione sul valore sociale della persona ed in particolare il suo sviluppo all’interno del contesto familiare e sociale; le ingiustizie che l’affliggono, come l’emarginazione, l’esclusione, il rifiuto che minano la salvaguardia dei diritti fondamentali della persona.

Come diceva S. Vincenzo, la lotta contro l’esclusione sociale è prima di tutto opera di giustizia e poi opera di misericordia. L’A.I.C. vuole difendere la dignità umana e la giustizia sensibilizzando l’opinione pubblica, superando i pregiudizi, creando una nuova cultura improntata alla pace, al rispetto, alla solidarietà e all’autopromozione.
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