IL PENSIERO SPIRITUALE
Nei dodici capitoli delle “Regulae” Vincenzo ha condensato lo spirito
che deve distinguere i suoi figli come religiosi: la spiritualità contemplativa del pensiero del card. de Bérulle,
sotto la cui direzione egli rimase per oltre un decennio; l’umanesimo devoto di s. Francesco di Sales, suo grande amico, del
quale lesse più volte le opere spirituali e
l’ascetismo di s. Ignazio di Loyola, del quale assimilò il temperamento
pratico. Le virtù caratteristiche dello
spirito vincenziano, secondo la Regola dei Missionari, sono le “cinque pietre
di Davide”, cioè la semplicità, l’umiltà, la mansuetudine, la mortificazione e
lo zelo per la salvezza delle anime.